XXXI DOMENICA DEL
TEMPO ORDINARIO / C
Liturgia della Parola: Sap 11,22 – 12,2; Sal 144,1-2.8-11.13-14; 2Ts 1,11 – 2,2; Lc 19,1-10.
UN UOMO, DI NOME ZACCHEO, VOLEVA VEDERE GESÙ
COME posso incontrare il Signore? È questa la domanda recondita che alberga spesso nel cuore dell’uomo! Ed è la domanda, alla quale cercava di rispondere anche Zaccheo; si era, però, dato una soluzione diversa dal modo in cui Gesù Cristo intendeva avvicinarsi a lui. Egli pensava che per vedere Gesù bisognasse estraniarsi dalla propria vita, lasciarsi alle spalle le occupazioni quotidiane, insomma "salire" su un albero, lontano da tutto e da tutti. E Gesù, invece, gli chiede di tornare nel suo vissuto quotidiano, per poter incontrare la verità della sua vita e trasformarla con la sua presenza.
Dio non abbandona nulla di ciò che ha creato (I Lettura), ma lo riporta all’integrità della sua dignità e vocazione primigenia, a volte deturpata dal peccato dell’uomo (II Lettura). L’impegno, e insieme la consolazione, che apprendiamo dalla liturgia odierna, è di lasciare che il Signore entri nella nostra esistenza quotidiana, illumini i lati oscuri del nostro spirito e del nostro operare, susciti la nostra conversione e una rinnovata capacità di compiere il bene, per vivere davvero liberi e felici.
Nessun commento:
Posta un commento