XXIX DOMENICA DEL
TEMPO ORDINARIO / C
Liturgia della Parola: Es 17,8-13; Sal 120; 2Tm 3,14 – 4,2; Lc 18,1-8.
... E DIO NON FARÀ FORSE GIUSTIZIA AI SUOI ELETTI?

L'INSEGNAMENTO che troviamo nel vangelo di Luca orienta la nostra riflessione su un aspetto della teologia lucana, quello della preghiera. Quale atteggiamento dobbiamo assumere quando preghiamo? La preghiera è un’avventura faticosa, è un fiore che sboccia nell’aridità e nell’oscurità. Tante volte abbiamo l’impressione che la nostra preghiera non sia ascoltata. Vorremmo che le nostre domande, fossero subito ascoltate. Non abbiamo abbastanza fede per riconoscere gli interventi di Dio, ci stanchiamo presto.
Mosè (I Lettura) prega per l’esercito d’Israele, impegnato in combattimento contro gli Amaleciti. Con le braccia aperte, implora fiducioso l’aiuto del Signore. E diventa il modello dell’orante che non prega solo per sé, ma unisce a Dio tutta l’umanità. San Paolo al discepolo Timoteo (II Lettura) ricorda l’importanza di nutrirsi della sacra Scrittura, parola ispirata, per scoprire la vera saggezza e poter giovare agli altri con la preghiera e l’annuncio della verità che salva. La qualità fondamentale della vedova che chiede al giudice di farle giustizia (Vangelo) è la sua insistenza che vince l’ostilità, l’indifferenza e la durezza di cuore.
Domenico Brandolino,
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