domenica 10 ottobre 2010

Il giorno del Signore (10/10/2010)

Liturgia della Parola: 2Re 5,14-17; Sal 97,1-4; 2Tm 2,8-13; Lc 17,11-19

UN LEBBROSO, VEDENDOSI GUARITO TORNÒ INDIETRO…

Ma Gesù osservò: «Non ne sono stati purificati dieci? E gli altri nove dove sono?…».IL tema della fede che non conosce confini viene proposto oggi dal vangelo di Luca che, come Paolo, celebra il dono universale della salvezza offerta a tutti i popoli. Naaman, capo dell’esercito del re di Siria, va a cercare la guarigione presso il profeta Eliseo, in terra straniera (I Lettura). Su richiesta dell’uomo di Dio, va a bagnarsi nelle acque del Giordano. Un gesto di umiltà e obbedienza che viene premiato con una guarigione completa. Naaman, uno straniero, prorompe allora nella confessione di fede esclusiva in Dio, diventando così l’emblema del vero credente.

Paolo, messo in carcere a Roma, esorta il discepolo Timoteo (II Lettura) a rinnovare la splendida professione di fede in Gesù Cristo. Per incoraggiarlo, riprende le parole di un inno pasquale che è un programma di vita per il cristiano. Inoltre presenta se stesso quale autentico apostolo del Signore, che non si abbatte di fronte alle opposizioni. La guarigione dei dieci lebbrosi operata da Gesù (Vangelo) sottolinea da una parte l’emarginazione cui era costretto lo straniero e il lebbroso presso gli ebrei e dall’altra la presenza di Dio presso gli emarginati.

Domenico Brandolino

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