xxx Domenica tempo ordinario
anno C
Liturgia della Parola: Sir 35,15b-17.20-22; Sal 33,2-3.17-19.23; 2Tm 4,6-8.16-18; Lc 18,9-14.
DUE UOMINI SALIRONO AL TEMPIO A PREGARE...
LA preghiera del cristiano è un "culto esistenziale": coinvolge totalmente la persona, l’intelletto, i sentimenti e le intenzioni interiori. Un autore spirituale, Guerrico d’Igny, diceva che l’uomo non deve risplendere solo per la correttezza delle sue azioni, ma anche per la rettitudine delle intenzioni del cuore. Il fariseo, certo, è ineccepibile nelle sue azioni esterne, ma esse non sono accompagnate da un animo puro e umile di fronte a Dio. Il pubblicano, invece, si rende conto, dinanzi al Signore, che la sua vita è difforme da quanto Dio chiede per rimanere nella sua santa alleanza e, con atteggiamento sincero di conversione, si apre al dono della sua misericordia, confessando la verità della propria vita perché essa possa migliorare.
È la preghiera dell’umile che giunge al trono di Dio (I Lettura) e ottiene a noi che egli si faccia vicino e ci sostenga, liberandoci da ogni male (II Lettura). Allora il nostro "fare eucaristia" sia secondo l’atteggiamento dei poveri d’Israele, coloro cioè che, riconoscendosi poveri, deboli e peccatori, attendono tutto da Dio e pongono in lui ogni speranza.
Tiberio Cantaboni
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