domenica 26 settembre 2010

Il giorno del Signore (26/09/2010)

Liturgia della Parola: Am 6,1a.4-7; Sal 145,7-10; 1Tm 6,11-16; Lc 16,198-31

C'ERA UN UOMO RICCO E UN POVERO ALLA SUA PORTA

«Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli accanto ad Abramo. Morì anche il ricco e fu sepolto…».IL Vangelo chiede di continuo la nostra conversione. La parabola, che oggi il Vangelo ci offre, racconta del ricco Epulone che non vede il povero. Non è uno scritto che inviti alla rivoluzione o alla rivendicazione, e nemmeno una pagina consolatoria che promette il paradiso a chi ha sofferto in terra. È invece una pagina profetica che ci annuncia la verità profonda sulle conseguenze delle nostre scelte di vita. Nel vangelo di Luca la ricchezza viene spesso denunciata come ambito di una pericolosa idolatria che fa sentire autosufficienti, mette un idolo al posto di Dio e sostituisce la carità verso il povero con il disprezzo per il derelitto. Questa ricchezza può essere di varia natura: di beni, di salute, di cultura; ma ha sempre la caratteristica di allontanare da Dio e dai fratelli.

Oggi siamo invitati a mettere il Regno futuro in primo piano e a lasciarci condizionare da esso e non dal benessere attuale o dalle false sicurezze che ci allontanano da Dio. Le scelte che facciamo, le relazioni che costruiamo, lo stile che mettiamo nella nostra vita segnano la nostra vita futura. È una tremenda responsabilità che ci chiede vigilanza, ma anche speranza nella misericordia del Padre.

Elide Siviero

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