domenica 5 settembre 2010

Cambogia: la guerra continua

Sguardo sul mondo: Cambogia, la guerra continua sottoterra


Tramonto in CambogiaMolto più selvaggia e molto meno urbanizzata della Thailandia, la Cambogia offre dei panorami di una bellezza incredibile. I colori delle risaie che al tramonto si perdono fino all'orizzonte, appannati dalle nuvole di polvere che si alzano dalle strade di terra rossa battuta, sono intensi e variegati. E' una foto a colori, se la si confronta con il bianco e nero che viviamo tutti i giorni. Niente da fare, e' proprio così.

E' incredibile come un confine, una rete di filo spinato, possa dividere due realtà così diverse. Attraversando il confine a piedi a Poi Pet, mi sono lasciato alle spalle un’opulenta Thailandia, trovandomi di fronte a decine di bambini sporchi che tendevano le mani verso di me. La superstrada con due corsie per senso di marcia, si e' improvvisamente trasformata in una piccola strada sterrata con qualche residuo di asfalto. Cambogiani e Thailandesi sono senza dubbio due popoli fratelli. Ciò che li distingue tuttavia, e' il diverso percorso che essi hanno intrapreso nella storia del '900. La Thailandia , da un lato , ha straordinariamente evitato di immischiarsi nel conflitto indocinese degli anni '70, schierandosi apertamente con Washington. La Cambogia, dall'altro, si lascia alle spalle trent'anni di guerre e di massacri costellati da alcune delle atrocità più spaventose di cui l'uomo si sia mai macchiato. Durante la massiccia ritirata dei soldati a stelle e strisce negli anni '70, Phom Phen fu la prima capitale indocinese a cadere, consegnando lo Stato nelle mani dei Khmer rossi.

Cambogia paesaggioQuesti erano un gruppo di comunisti fanatici, armati, formati e finanziati dalla Cina di Mao e guidati da Pol Pot. Durante la sua permanenza la potere (1975-78), Pol Pot si macchiò del genocidio di 1,5 milioni di cambogiani, in nome dell'ideologia khmer, che prevedeva la cancellazione della memoria collettiva al fine di costruire dal nulla uno Stato sul modello comunista. A pensarci, una popolazione che certamente non superava i 9 milioni di persone ha subito l'omicidio sistematico e premeditato di più del 20 % dei suoi abitanti. Questo e' spaventoso.

Durante questi tre anni i massacri di massa furono numerosi, scuola e moneta furono abolite, si cercava di cancellare ogni residuo del passato. Quando le mire espansionistiche di Pol Pot finirono per provocare l'inimicizia dei compagni vietnamiti della neonata Repubblica Socialista del Vietnam, Saigon invase la Cambogia ponendo fine al regime di Pol Pot. I khmer si rifugiarono al confine con la Thailandia. Migliaia di profughi tentarono di passare la frontiera, molti di loro furono ricacciati indietro, altri morirono di dissenteria e di malaria.

La storia fino ad oggi e' scandita dalla guerra civile tra la parte residuale dei vecchi khmer e le forze conservatrici, ufficialmente terminata nel 1998. Le conseguenze ancora oggi ben visibili.

Cambogia MineIn Cambogia non e' difficile saltare per aria a causa di una mina anti-uomo. Nel sottosuolo cambogiano, secondo le stime approssimative dell'ONU, si nascondono dai 4 ai 6 milioni di mine. La maggior parte delle campagne non sono coltivabili, sono infatti costellate da cartelli " Landmines, do not walk!". Dal 1998 ad oggi, più di 40.000 cambogiani hanno perso la vita, ogni mese si registrano dalle 25 alle 30 vittime (nel 1998 la cifra era di 300) , 1 persona ogni 250 ha un arto amputato a causa dell'esplosione. Ma queste mine, chi e' stato a metterle?

Solo una piccola parte degli ordigni furono piazzati durante la guerra civile. Evidentemente i cambogiani di entrambi gli schieramenti comprendevano il terribile impatto che queste armi avrebbero avuto sulla loro terra. Al contrario, più del 70% delle mine furono sganciate dai B-52 statunitensi, sotto forma di ordigni a scoppio ritardato. Accadeva anche che, un bombardiere che non fosse riuscito a sganciare il pacco in Vietnam, onde evitare di tornare a pancia piena, virasse per la vicina Cambogia. Il dato più incredibile, ma non stupisce ormai più di tanto, e' il seguente: nel 1997 più di 100 Paesi produttori di mine anti-uomo, tra cui alcuni dei principali (UK, Francia e Italia) firmarono ad Ottawa un documento che prevedeva la messa al bando incondizionata di questi ordigni. Il testo, di cui segue il primo articolo, sarebbe stato approvato, se gli Stati Uniti non si fossero opposti, mandano tutto per aria.

“1. Ogni Stato Membro si adopera in ogni circostanza:
a) a non usare mine anti-persona
b) a non sviluppare, produrre, acquistare diversamente, tenere in stock, trattenere o trasferire ad alcuno, direttamente o indirettamente, mine anti-persona
c) a non assistere, incoraggiare o indurre nessuno, a qualunque titolo, ad intraprendere attività proibite ad uno Stato Membro ai sensi della presente Convenzione.
2. Ogni Stato Membro si adopera a distruggere o assicurare la distruzione di tutte le mine anti-persona, ai sensi di quanto previsto con questa Convenzione”.

Cambogia Angkor Wat Quindi anche mentre sto scrivendo, le mine anti-uomo continuano ad essere prodotte. Mi chiedo, questi sarebbero oggi i paladini di libertà, pace e democrazia? Proprio oggi a New York si piangono i morti dell'11 settembre. Bene, non sono forse i 40.000 cambogiani esplosi un 11 settembre? E quanti Iraq, quante Cambogie, quanti Vietnam, quanti Cile, quanti altri 11 settembre non si ricordano? In aggiunta, la maggior parte dei Paesi dell'Unione Europea sono impegnati in una campagna di bonifica del territorio cambogiano. Gli Stati Uniti, No. Ragioni di immagine?

Credo che le mine anti-uomo siano così micidiali in quanto, non solo uccidono in guerra, ma sono un'arma terribile contro la pace e la speranza degli uomini. Saranno necessari altri 175 anni prima che l'ultima mina nel sottosuolo cambogiano venga disinnescata. Nell'attesa, saranno soprattutto agricoltori, donne e bambini che perderanno una mano o un braccio, mentre giocano nel campo vicino a casa, o lavorano per guadagnarsi la pagnotta. Il triste e il paradossale e' che, tra le poche persone sopravvissute all'invasione americana, al terrore di Pol Pot, all'invasione vietnamita e alla guerra civile, molte di esse sono morte in tempo di pace a causa delle mine.

La Cambogia sta però crescendo, e' un paese "in progress" grazie soprattutto agli investimenti americani nel turismo. Ma non e' un po' paradossale che chi ha contribuito a distruggere questo Paese, oggi si spacci come il portatore di benessere? Le mine anti-uomo sono anche diventate un business. I bambini per strada vendono i libri "Cambodia, the killing fields", orchestrine raccolgono elemosina per le varie associazioni, e, cosa bruttissima, gli amputati ti sbattono in faccia li loro arti monchi per farti sganciare qualche soldo. Io non sono riuscito a fotografarli.

L. Walker

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